In Corso Como 10, in un cortile dove una volta vi era un meccanico e il puzzo di olio impregnava l’aria, vent’anni fa apriva la Galleria Carla Sozzani. Una strada, Corso Como, di edifici popolari, le case di ringhiera, costruiti per accogliere le famiglie che dalle campagne si erano trasferiti in città per lavorare nelle fabbriche. In questo grande cortile nel 1990 c’era un’officina della Reanult, adesso ci sono i tavoli del bar con modelle che bevono te o manager che chiacchierano con i loro clienti giapponesi mentre i camerieri si muovono veloci con i loro lunghi grembiuli neri. C’è anche un negozio di abbigliamento, con abiti ricercati e costosi, quasi un preludio dell’arte che regna nel piano superiore.
Una libreria colma di volume d’arte e di fotografia, oggetti di design e musica alternativa. E poi oltre il luminoso corridoio, dalle cui vetrate si può ammirare la corte grondante di edera, la Galleria, un ampio spazio bianco in cui ammirare, fino al 31 ottobre, le foto surreali delle tedesca Loretta Lux.
Sono ritratti di bambini contemporanei, messi in posa e abbigliati come se venissero dal passato, su uno sfondo spesso asettico, una parete dai colori pastello, un paesaggio, un interno scrostato. Emanano serenità, ma una serenità alienante, con i loro occhi sgranati che guardano lo spettatore, in un gioco di identificazione per andare alla ricerca di una risposta alla solitudine evocata. La verità, infatti, è un concetto troppo complesso per essere restituito con semplicità e i bambini sono le icone di una fantasia che ha idealizzato l’infanzia come un paradiso perduto nel quale è impossibile tornare.
E si è in vena di altre ammirare altre fotografie, in cui ammirare la bellezza dei corpi, della pura nudità, al di là della razza, dell’età, dello status sociale e della condizione fisica, allora arrivate fino a Porta Nuova, poco distante. Alla galleria Mimmo Scognamiglio (Corso di Porta Nuova 46/b) – sembra un luogo post industriale tipo le gallerie di Chelsea a NYC, mentre è un semplice cortile milanese – si possono ammirare le foto Everyone is unique di Spencer Tunick, il fotografo newyorkese famoso per le sue installazioni ambientali con migliaia di persone nude. E proprio all’inizio di settembre ci sono state delle sue incursioni nelle vie di Milano. Ha realizzato, infatti, un servizio fotografico di nudi, stavolta non una massa indistinta, ma un numero limitato di donne e uomini identificabili: 7 collezionisti milanesi.
Tunick mostra il corpo umano con la sua naturale imperfezione, la sua inalienabile dignità in opposizione a ogni dettame estetico o stereotipo culturale imposto dai media.
http://www.galleriacarlasozzani.org/
http://www.mimmoscognamiglio.com/
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